I food riders possono aumentare le chance di sopravvivenza per le vittime di arresto cardiaco?

Da uno studio pubblicato sul Resuscitation Journal da un gruppo di medici dell’Ospedale San Raffaele di Milano è stata lanciata una provocazione (che vogliamo far nostra): possono i food-riders migliorare la catena di salvataggio per soccorrere le vittime di OHCA?

Ogni anno nella sola Svizzera si contano più di 8.000 vittime per arresto cardiaco. Una delle cause maggiori è il mancato arrivo dei soccorsi in tempo utile, dal momento che, in media, le ambulanze impiegano più di 10 minuti per raggiungere il luogo d’intervento. Un periodo troppo largo se a tempi di risposta più brevi sono associati una maggiore sopravvivenza e migliori risultati neurologi. A tal proposito è sufficiente pensare che ad ogni minuto che passa diminuiscono le probabilità di sopravvivenza del 10%.

Food-riders come First Responder

Su questa opportunità ne parlano T. Squizzato, G. Landoni e A. Forti del Dipartimento di Anestesia e Cura Intensiva dell’ospedale di Milano. In un articolo dal titolo “Food-riders may improve the chain of survival in out-of-hospital cardiac arrests by delivering CPR and AEDs”, i tre pongono, ancora una volta, l’attenzione sul ruolo potenziale degli smart-phone e delle applicazioni mobile come Momentum nell’invio di soccorritori laici per le emergenze cardiache e sulla possibilità di includere tra questi i food-riders. Secondo il gruppo, le app basate sulla geo-localizzazione attivata dal centro di pronto intervento dei servizi medici di emergenza (144), sulla localizzazione e l’invio sul luogo dell’OHCA dei First Responders laici formati al CPR hanno avuto un ruolo importante.  Specialmente la funzionalità della geo-localizzazione perché serve a calcolare la distanza che intercorre tra la posizione dell’evento e l’ultima posizione del soccorritore. In media, i First Responders Laici localizzati ad un massimo di 1 km dal luogo d’intervento, ricevono una notifica in cui si invita ad accettare per prendere parte alla missione, o rifiutare se impossibilitati a farlo. Il tutto con un unico obiettivo: avere una catena di soccorritori volontari pronta ad intervenire per salvare una vita.

Ma come i raiders, che ogni giorno accontentano i nostri desideri culinari, possono aiutare a migliorare i tassi di sopravvivenza?

La possibilità di addestrare a eseguire le procedure CPR dai cittadini che lavorano ogni giorno tra le strade della nostra città, potrebbe avere degli effetti positivi. Come anche sostenuto dal gruppo di studio, formare i food-riders a prestare primo soccorso e, quindi, inviargli notifiche su eventuali interventi registrati nei pressi dei luoghi in cui vengono geo-localizzati, potrebbe migliorare la catena di salvataggio. E perché no, potrebbe essere ancor più utile fornire gli stessi di piccoli defibrillatori portatili trasportabili nei loro zaini o nelle loro bici. Il tutto con un unico risultato: aumentare le probabilità di sopravvivenza delle vittime.

I vantaggi considerati sono: la conoscenza delle strade cittadine che variano da piccoli cunicoli ad aree pedonali, e la possibilità di muoversi più velocemente, specialmente negli orari di punta del traffico.

A questo punto è lecito domandarsi: perché non formare i riders a prestare primo soccorso in caso di arresto cardiaco?

Noi di Momentum da sempre aiutiamo le reti di First Responders in Svizzera ad avere uno strumento impeccabile.
Anche grazie al nostro sistema, i cantoni sono riusciti a migliorare il tasso di sopravvivenza per le vittime colpite da OHCA ad un livello mai toccato prima in Svizzera. Solo per citarne alcuni: nel Canton Ticino (un unicum nel suo genere) si registra un tasso di sopravvivenza pari al 56%; mentre nel Canton Basel con l’adozione di Momentum si è verificato un incremento dal 10 al 40 percento in un solo anno!
Dati che ci rendono orgogliosi del lavoro fin ora svolto e che ci spingono sempre più a raggiungere un obiettivo: rendere la Svizzera il paese con il tasso di sopravvivenza più alto in Europa!